La Via Romantica è il viaggio non la destinazione
La via romantica è davvero un viaggio in cui l’unica cosa che conta è la strada: le casette con i cuoricini sulle finestre di legno, i giardini con gli gnomi, mucche, montagne e, ovviamente, castelli incantati!
Quale modo migliore di una moto per godersi questa fiaba?
La Ciccions ci ha regalato emozioni indescrivibili in tutte le nostre tappe verso e nel cuore della via Romantica.
1. Dresda
Breslavia è stata il nostro giro di boa, salutata la famiglia abbiamo cominciato una lunghissima discesa verso il sud della Germania facendo tappa a Dresda.
E’ una città un po’ noir e in completo restauro (una scusa per tornarci al più presto) ma ci ha lasciati a bocca aperta per le meraviglie architettoniche che si affacciano sul fiume: abbiamo scattato 230 foto in una sola sera!
Nonostante i prezzi siano piuttosto sopra la media, l’abbiamo trovata perfetta come tappa intermedia per cominciare a sognare.
Neanche la pioggia può essere considerata un neo della via Romantica, perché rende tutto più magico, ovattato e poi (i motociclisti capiranno) la pioggia in moto non è poi così male!
2. Rothenburg ob der Tauber
Chilometro dopo chilometro abbiamo raggiunto il nostro alberghetto poco fuori Rothenburg ob der Tauber.
Scelta perfetta!
Rothenburg è un borgo tanto bello quanto minuscolo e questo fa paurosamente lievitare i costi degli alberghi.
Se state percorrendo la via Romantica, però, avrete sicuramente un mezzo e quindi scegliere di dormire fuori dal borgo può farvi risparmiare un bel po’ (in ogni caso tutti i mezzi devono essere lasciati fuori dalle mura).
Su questo piccolo borgo avevo letto mille opinioni discordanti, la sua aria magica è tutelata in modo molto rigido e questo lo fa apparire un po’ artefatto.
Noi l’abbiamo trovato un angolino meraviglioso, ci siamo goduti una passeggiata addentando la Schneeball, un dolce tipico, e perdendoci tra le sue viuzze.
La caratteristica che colpisce è la totale assenza di insegne luminose, tutto è realizzato esclusivamente in legno e anche gli interni di ristoranti e negozi rimangono fedeli all’atmosfera fiabesca del paese.
STU-PEN-DO!
3. Monaco di Baviera
Dedicare a una città come Monaco 24 ore, lo ammetto, è una vera eresia.
In questo caso, però, non abbiamo avuto scelta data la quantità di chilometri ancora da percorrere e abbiamo studiato ogni passo in modo da goderci al meglio questa lunga passeggiata nella patria della birra.
La nostra prima fermata è stata l’Asamkirche, una minuscola chiesetta che ci ha completamente lasciati a bocca aperta. Un concentrato di arte e ori, questa chiesetta è considerata uno dei più grandi capolavori del Rococò.
Seconda tappa/buco nell’acqua: il Milka Welt.
Ci siamo arrivati saltellando e con la bava alla bocca per poi scoprire che non solo non esiste più, ma al suo posto ora c’è Eataly.
Benedetta ironia della sorte.
Terza tappa: il Viktualienmarkt, mercato nel centro storico della città.
Questo è il cuore della famosissima festa della birra ma, anche negli altri periodi dell’anno, brulica di vita e di profumi di ogni tipo.
Fiori, addobbi, birra, cibo e tutti i souvenir possibili (prezzi medio-alti, ma cosa ci si può aspettare da una città come Monaco e da un mercato in pieno centro?).
Quarta tappa: Marienplatz, punto di riferimento di ogni tour della città.
Su questa piazza si affaccia il meraviglioso carillon del Neuen Rathaus, che siamo riusciti a vedere in azione alle 17:00 (per sapere quali sono gli orari in cui si muove, ecco il sito ufficiale). Siamo rimasti a bocca aperta, insieme ad una marea di turisti, incantati dai suoi suoni e dalle marionette in movimento.
Assolutamente da non perdere!
Su Marienplatz affaccia anche l’Alter Peter, una chiesa che abbiamo visitato col sottofondo di un coro lirico che cantava dal vivo, con tanto di direttore e strumenti.
Tanta, tanta, tanta emozione.
A due passi dalla piazza c’è anche la Frauenkirche, in cui ci siamo divertiti a cercare la pedata che si dice sia stata lasciata dal diavolo in seguito ad una scommessa persa con l’architetto della chiesa.
Dalla piazza è facilissimo raggiungere anche la Residenz che meriterebbe sicuramente una visita senza fretta di almeno 3/4 ore e, per questo, abbiamo deciso di rimandare al nostro ritorno a Monaco (magari per la festa della birra 🙂 ).
Quinta tappa: l’Englischer Garten (il Giardino Inglese).
Un enorme polmone verde nel cuore della città dove, oltre a sorseggiare del the in una vera e propria sala da the giapponese, è possibile vedere dei surfisti divertirsi con le onde in piena città!!
Proprio mentre eravamo lì, incantati da quelle tavole da surf, è esploso l’ennesimo diluvio e siamo scappati a goderci l’ultima tappa a Monaco.
Sesta (e ultima) tappa: l’Hofbräuhaus!
Impossibile fare un salto a Monaco senza brindare in una delle sue birrerie più famose. Oltre alla bellezza delle decorazioni e all’immensità degli spazi, ciò che più colpisce è il chiasso incredibile che dai tavoli raggiunge la strada.
Un po’ spaesati, abbiamo vagato cercando di fermare uno dei camerieri in corsa o una delle ragazze in costumi bavaresi che girano tra i tavoli vendendo bretzen da 250 g l’uno.
Quando abbiamo capito che nessuno si sarebbe preso cura di noi, ci siamo guardati intorno e abbiamo capito il perché.
Non c’erano tavoli “liberi” eppure tutti i tavoli lo erano!
All’HB si prende posto in un tavolo qualunque e si passano bellissime serate brindando con perfetti sconosciuti (che rimangono tali solo fino alla prima birra).
Sembra un po’ una barzelletta ma, seduti a quel tavolo, c’erano due italiani, un tedesco, un neozelandese e tre giapponesi!
Cori, risate e ottimo cibo: tutti gli ingredienti necessari per una serata perfetta.
4. Fussen
Ultima tappa sulla via Romantica scelta strategica “obbligata” perché a due passi dal famosissimo castello che ha ispirato Walt Disney e le sue favole.
In groppa alla nostra Ciccions siamo partiti per il castello godendo a pieno la strada immersa nel verde, le mucche e il castello di Neuschwanstein che pian pianino SEMBRA sempre più vicino.
In realtà per raggiungere il castello è necessario attendere una navetta che porta in cima alla collina pressati come sardine.
L’alternativa è quella di farla a piedi ma è davvero una bella salita e, se decidete di fare i temerari, considerati che arrivati su c’e almeno un altro quarto d’ora in salita da fare necessariamente a piedi per raggiungere il castello.
Scesi dalla navetta, siamo arrivati quasi correndo sul ponte panoramico, sapevo esattamente cosa ci aspettava alla fine della corsa e non stavo più nella pelle!!
Ho perso il conto del numero di foto che abbiamo scattato, per me essere lì è davvero stato l’ennesimo sogno realizzato!
Abbiamo poi deciso di arrivare ai piedi del castello ma non abbiamo visitato gli interni, la visita al momento dura poco più di un quarto d’ora e non vale, secondo noi, la coda infinita che ci aspettava per poter entrare né il costo del biglietto.
Credo la nostra scelta sia stata anche dettata dalle meraviglie che avevamo appena visto a Vienna (hai già letto il nostro post?), nulla avrebbe retto il confronto!
Siamo quindi scesi a valle e abbiamo ripreso la Ciccions per volare a goderci una bella passeggiata a Fussen!
Abbiamo girellato nel paesino e, proprio mentre stavamo per riprendere la Ciccions, ha cominciato a piovere!
Questi 4000 km non potevano concludersi in modo più magico…col cuore ormai pieno di meraviglia e di sogni, ci siamo lasciati emozionare da un enorme arcobaleno e poi…VIA!
Di corsa con la Ciccions a cercare lo gnomo con la sua pentola d’oro!
Purtroppo, proprio quando eravamo quasi arrivati alla base dell’arcobaleno, è sparito ma se devo essere onesta…non sarei poi così certa di non essere la persona più ricca del mondo comunque.
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2 comments to “La Via Romantica è il viaggio non la destinazione”
Complimenti bel pezzo!!!mi trovo in linea con il tuo spirito da motociclista, mi sapresti indicare anche qualche posto per la pausa pranzo?
Ciao Giorgia!! A parte Monaco in cui sicuramente non perderei l’HB, l’unico consiglio che posso darti è quello di scegliere una delle mille taverne che troverai sulla strada è una zona in cui è IMPOSSIBILE mangiare male