Tunisia Raid (translation in progress)
Tunisia in moto
23 Aprile 2012- 2 Maggio 2012 …ovvero 10 giorni di adrenalina e sudore…. Questa volta , visto il programma e gli ingredienti della “passeggiata” a cui un amico mi aveva invitato nel mese di gennaio (telefonato per dare IMMEDIATAMENTE la risposta per l’adesione visto che i biglietti visto che aveva scoperto un offerta che scadeva…..IL GIORNO DOPO, son dovuto partire da solo…troppo rischio per viaggiare in due su un terreno che gia da solo dai suoi bei rischi… Mai guidato una moto su sabbia per nemmeno un metro, mi sono ritrovato davanti alla fretta di dare all’organizzatore la risposta affermativa per non perdere l’offerta dei biglietti del traghetto da Salerno a Tunisi con più di 100 euro di risparmio…; e che dovevo rispondere????? “Vabbuò, prendili, poi mi fai sapere”!!! E da quel “Vabbuò”, è cominciata l’avventura… Come anticipato, sono partito da solo, anche perchè la mia metà era impegnata con la scuola di specializzazione a Milano, e comunque non era proprio una passeggiata da fare in due… Avevo poco più di due mesi per prepararmi e preparare la Kappona a quell’avventura… e chi aveva mai provato cosa voleva dire guidare un animale di più di 200 chili per ore e ore in piedi su un terreno che non ti permetteva la minima distrazione a meno di non voler volare????? Considerando anche il fatto che appena un’anno prima mi ero ricostruito un crociato al ginocchio e tolti due menischi, starò facendo bene a fare sta cosa? incosciente si, ma qua stiamo dando di matto!..questi erano i pensieri che facevo ogni giorno fino alla partenza…Ma l’incoscienza a volte è l’ingrediente principale di ogni avventura… Le premesse da parte di chi già ci era stato erano semplici: sabbia, caldo, sabbia, sudore, sabbia, e acqua che è sempre poca!!!! Pratiche per il passaporto, Kappona con scarpe tassellate,tagliando completo con pulizia carburatori, sostituzione del filtro dell’a abbigliamento da fuoristrada completo,con tanto di protezioni a spalle , schiena e gomiti gentilmente prestatami da un amico più matto di me ( ciao Talino!!!), navigatore, valige laterali per i grossi spostamenti, attrezzi in una trousse da lasciare a bocca aperta un’officina meccanica , e finalmente eccoci arrivati al giorno della partenza…Solite raccomandazioni della famiglia più che preoccupata, giustamente, (mancavano quelle di mio nonno che purtroppo se ne era andato un mese prima e che adorava vantarsi con i compagni di circolo di dove il nipote arrivava in moto ), punto di incontro alle 5 del mattino prima ad un bar del mio paese col mio compagno d’avventura ( MImmo con una gloriosa Transalp 600 dell’ 88) e poi a San Ferdinando di Puglia alla casa dell’organizzatore Ferdinando, dove dovevamo incontrarci con tutti gli altri ( meno due che stavano a Salerno) : Ferdinando (KTM ADV 950), Michele “U Pilot” (KTM 990 ADV) , pilota veramente visto che era l’unico che le gare le faceva per sport, Cristian (KTM 990 ADV), Salvatore ( KTM 990 ADV), il nostro uomo cam, e Michele (KTM 990 ADV); caffe di rito , pieno e partenza per il porto di Salerno dove dopo 4 ore avevamo il traghetto…Li incontriamo Alex (BMW 1200 Adventure) e Marco (KTM 950 ADV)…
Finalmente l’imbarco
Quasi un giorno di navigazione…arrivati a Tunisi da Salerno ci prepariamo ad una bella sgroppata di 600 e passa chilometri con destinazione Douz..UN CONSIGLIO ( anche e credo non ce ne è bisogno): se partite in un numero dovete fare il viaggio e arrivare in quel numero…4 di noi si sono distaccati per fare un altro percorso ed hanno avuto la sfortuna di trovarsi in un paesino dove stavano facendo qualche movimento di rivolta cittadina, ed uno di questi si è anche beccato una pietra sul ginocchio…( nel 2012 in Tunisia c’era un pò di maretta politica a causa della deposizione del presidente dittatore) Ma torniamo a noi: arrivati al porto di Tunisi, bisogna sbrigare le pratiche del passaporto in dogana…NON DICHIARATE DI POSSEDERE APPARECCHI GPS ALTRIMENTI RISCHIATE DI PASSARE LA GIORNATA LI) All’arrivo, ci sarà sempre qualcuno che dietro pagamento IN EURO si offrirà di accellerarvi il rilascio del visto, ma vi do un consiglio: RIFIUTATE con fermezza, anche alzando la voce…si avvicineranno i poliziotti di dogana e li manderanno dove meritano…. andate all’ufficio cambio e cambiate un pò di euro in dinari, al porto conveniva di più, e all’uscita, godetevi la sensazione di fare il pieno con nemmeno 10 euro ( 20 litri di pieno alla kappona con 8 euro e 40). Arriviamo a Douz, Hotel SAHARA…uno spettacolo: 4 stelle con piscina e cibo da re…pagato poco più di 40 dinari (intorno ai 18 euro a testa)
Sistemati nelle varie camere, ci mettiamo in moto e cominciamo ad andare a “giocare” un pò su delle dunette a pochi chiometri dall’hotel, giusto per cominciare a capire cosa vuol dire guidare un mulo di 200 chili sulla sabbia, senza alcuna esperienza…e per cominciare ad assapporare le prime mangiate di sabbia 🙂
Il giorno dopo, si parte per le prime vere distese del sahara… visitiamo alcuni “cafè” (du desert, Bir sultaine, de la porte) che altro non sono che delle tende sparse per il deserto dove i beduini locali vendono a 1 dinaro ( 40 centesimi scarsi) un bicchiere di the caldo alla menta, che nonostante il caldo, è un vero toccasana.
PORTATE sempre un camelback con almeno 2 litri d’acqua…il caldo, la sabbia e la fatica, disidratano tanto. dopo circa 150 chilometri tra andata e ritorno, rientriamo in hotel , pranziamo e dopo qualche ora di siesta, piscina….e che piscina…quell’Hotel aveva la connessione wifi in tutta la struttura, quindi grazie a SKYPE, potevo sentire (E VEDERE) la mia metà che si trovava in quel di Milano per la sua scuola di specializzazione …cavolo quanto mi mancava !!! la sera ci siamo recati in città…ci sono parecchi ristorantini dove con 3-4 euro mangi una carne e un pollo spettacolari…la gente è cortesissima, dei veri padroni di casa….questi ristorantini ssono bazzicati continuamente da fuoristradisti anche di professione, quindi sanno come trattare i turisti… UN CONSIGLIO: portatevi un vecchio telefonino nokia e munitelo di scheda telefonica della compagnia TUNISIANA…è l’unica che non so come, prende anche nel deserto! per noi, è stata quasi vitale! La sera , a nanna presto e sveglia all’alba: fa meno caldo…ci aspetta la sgroppata per KSAR GHILANE. Comincia la fatica…quasi 150 chilometri di deserto vero…crudo e faticoso, dove abbiamo incontrato tutti i tipi di sabbia immaginabili , compreso il terribile “fesh fesh”, la farina , dove persino i cammelli faticano a camminare…il gruppo si è rotto in due e i 4 di noi che non avevano avuto le mappe (me compreso) hanno girato a vuoto per decine e decine di chilometri per trovare le famose “piste”, cioè quelle lingue di sabbia un pò più battuta frequestate da chi li ci vive e da tutte le numerose guide che proprio dello spirito di avventura dei turisti fanno un lavoro.
CONSIGLIO: contattate sempre una guida che col suo pick up vi segue o vi precede, sarà un angelo custode ( i nostri erano Zied Ben Omran e Tahar Smida, due fratelli di una disponiblità e gentilezza fuori dal comune, oltre ad essere molto economiche e disponibili come guide, il che non è poco- potete contattarli su facebook se dovete andar li); nel deserto non si sa mai cosa può succedere sia per una caduta, sia per un volo da una duna, sia per un semplce guasto alla moto che ti blocca nel bel mezzo del nulla…nel deserto si cade, ci si può rialzare come grazie a Dio è successo a tutti noi, ma vedere in città o al porto gente che , chi col braccio ingessato, chi col collare, chi con le radiografie in mano, non è certo una bella sensazione. Io personalmente sono caduto con una media di almeno 5 volte al giorno, una delle quali ( il PRIMO GIORNO con volo a 100 all’ora su un cordolo di sabbia, mi è costato una falsa costola staccata con ematoma alla zona lombare e il cupolino rotto alla kappona…ma per fortuna, rimesso in sella, e continuato Un avvertimento: la sabbia quando si cade, non è morbida…è più dura del cemento…cavolo se è dura! cmq, si continua…non aggirate mai una duna convinti di uscire dall’altro lato…ci si ritrova in tutt’altra direzione…e quando incontrate una duna, marce basse, tipo seconda o terza, e dimenticate la frizione…deve salire da sola..le frizioni si bruciano, e ci si infossa facilemtre, e se una moto di 200 chili si infossa, e si fa lo sbaglio di pensare che accellerando come pazzi, la moto esca….più sta e più scava, e più si sputa l’anima per uscirla fuori, oltre alle bestemmie che chi vi sta aiutando ad uscire vi tirerà dietro per i chili di sabbia che gli farete mangiare… Potevamo farci mancare il guasto tecnico? non sia mai!!!! tutti di piccoli o di grandi ne abbiamo avuti, ecco perchè non bisogna arrivare li senza almeno il set di ferri di base, un paio di camere d’aria per i propri cerchi ( anche chi ha i tubeless- se la gomma si taglia, siete finiti , mentre con la camera d’aria la si monta all’interno togliendo la valvola del cerchio tubeless, e si riesce ad arrivare alla base).. insieme al set conviene portarsi 3 leve ( io ne ho 2 da 30cm e una da 20) oltre che un compressorino da collegare alla batteria tramite presa accendisigari (io ho uno della SLIME: piccolo e veramente potente, tanto che ci ho gonfiato la gomma della mia Opel Frontera) io ho portato anche con me un regolatore di tensione, e un kit riparazione della pompa frizione ( non si sa mai) e due candele…in seguito magari riporto quello che c’era nella mia trousse-officina… un avvertimento: se vi recate da quelle parti in maxienduro, difficilmente riuscirete a stallonare le gomme da soli se forate…dovete usare , una volta smontata la ruota, il cavalletto laterale della moto di un vostro compagno di viaggio…da soli con le leve non ce la farete mai, a meno che non abbiate la forza di Hulk!!! Un altro avvertimento da esperienza personale…se possedete una KTM ADVENTURE fino al 2006, cambiate il getto olio frizione…è una sostituzione che ha fatto la casa togliendo un ridicolo getto da 10 sostituendolo con uno da 30, ma che non tutte le concessionarie hanno fatto…cambiatelo, perchè prima o poi si ottura e non passa più olio nel carter frizione ( che è a bagno d’olio) rimanete senza frizione e se vi capita come a me nel bel mezzo delle dune, sono veramente volatili senza zucchero!!! Tornando a noi…arrivati a KSAR GHILANE, le guide hanno montato la tenda per il pernottamento nel deserto…sotto le stelle e in quel silenzio, ti senti rinascere..non si può descrivere…
La mattina dopo, colazione con pane cucinato nella sabbia, bagno nel laghetto caratteristico e ritorno a Douz… capatina a MATMATA con le caratteristiche case dei trogloditi ( da wikipedia “Le abitazioni che caratterizzano questa cittadina sono scavate nel terreno, all’interno delle colline e formate da un cortile a cielo aperto, simile ad un cratere profondo circa 7 metri, dal quale si accede attraverso una galleria dal fianco della collina. Dal cortile a cielo aperto, che ha anche la funzione di raccogliere la rara acqua piovana, si dislocano i vari ambienti delle abitazioni, scavati come degli angusti cunicoli sui fianchi del “cratere”.
Questo tipo di architettura troglodita ha la funzione di mantenere temperata l’abitazione, poiché le temperature in questa zona sfiorano frequentemente i 45 °C durante il periodo estivo, scendendo a livelli europei durante l’inverno.”
Ritorno a Douz e partenza l’indomani per Touzer, una bella cittadina che fino a due anni prima pullulava di turismo e commercio, poi sempre a causa della crisi politica, si è spenta un pò! Abbiamo trovato un bel ristorante di una romana dove abbiamo mangiato una megabistecca di dromedario ( i vegani adesso mi uccideranno, ma vi assicuro che non ho mai mangiato niente di simile).
Sistemazione in un bell’albergo dove la cultura araba la si percepiva semplicemente respirando (al contrario del Sahara Hotel di Douz, che era un hotel totalmente occidentale)..
Pranzi e cene rigorosamente per strada dove ti preparano il pollo davanti e te lo mangi in condizioni che le ASL qui da noi ti farebbero arrestare ( ma chisenefrega, è tipico e li stanno bene….) Il giorno dopo, partenza per il set del film STAR WARS, una sorta di villaggio finto che è rimasto li dall’epoca dei film, perfettamente conservato e splendidamente caratteristico…l’unica nota negativa: dalla sabbia sbucano decine di ragazzini di ogni età che vengono a chiederti offerte anche più di una volta…anche e gli hai dato il dinaro, dopo un pò ritornano, non ti lasciano nemmeno in pace per farti una foto, fino a che non cominci a urlare come un pazzo e si allontanano…non sanno quando fermarsi…
Di ritorno è obbligatorio passare attraverso il “CHOT” e andare a vedere la montagna dalla testa di cammello opera d’arte dei venti del deserto… Immancabili devono essere le soste da chi vende le bellisime ROSE DEL DESERTO, rocce anch’esse scolpite dalla sabbia, che insieme alla stessa sabbia diventeranno un romantico ricordo di un Paese che nella sua semplicità e umiltà rappresenta un vero tesoro che ci si porterà dentro a vita…
L’indomani, avvisati dalla polizia della possibilità di tumulti sulla strada del ritorno a Tunisi, decidiamo di partire prestissimo, non si sa mai… UN ALTRO CONSIGLIO: portatevi un antizanzare qualsiasi, perchè al porto di Tunisi le zanzare vi divorano letteralmente… Che dire infine…un viaggio indimenticabile, dove conosci gente che vive con poco e caratterizzata da un senso di ospitalità che in Italia ti puoi solo sognare anche se te ne vai in hotel a 5 stelle di lusso… Cercate di evitare le decine di italiani che in pensione si sono trasferite li, con quattro soldi si sono comprati villoni da paura e e che per qualsiasi “aiuto” o “gentilezza” si fanno pagare in euro e pure cari ( una notte la puoi pagare anche 50 euro) Se avete la possibilità, andateci…allenatevi prima parecchio se volete andare sulle piste, se invece volete far turismo di coppia , ANDATECI tranquillamente, le strade asfaltate lo permettono e i collegamenti sono veramente ottimi… il deserto con il suo silenzio, ti regala te stesso, quello che magari la vita di tutti i giorni con i suoi ritmi frenetici ti fa perdere…il deserto ti può dar tanto, ma tanto richiede; mette a dura prova corpo e spirito, ma alla fine dell’avventura, anche se con qualche livido , guardando i segni che ha lasciato su di te e sulla tua compagna a due ruote, ti soffermi e pensi : che soddisfazione, ce l’ho fatta!
Ed infine, un grazie va a lei, che mi ha regalato un sacco di emozioni, e che comunque mi ha riportato a casa…
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Has one comment to “Tunisia Raid (translation in progress)”
Mimmo Fico ci scrive:
Grazie al mio amico Pako per lo stimolo e lo spirito di grande centauro infaticabile viaggiatore ho scoperto Cosa significa viaggiare, e senza esperienza mi ha trascinato nella terra senza confini, senza una traccia, senza una pista, solo sabbia Che sembrava farina. Sveglia all’alba, freddo nordico quasi o gradi, ricca colazione una velocissima preghiera ed un mio detto ” Mimmo… riporta mimmo a casa”, un piccolo controllo alla mia “lady” transalpino 600 fresca dell’88 e Poi motori accesi, Si parte, occhi sgranati Si toccava Anche la velocità max di 120 km orari, sembrava Che la moto galleggia Sulla sabbia. qualche caduta, qualche volo xò Il nostro gruppo nonostante le difficoltà ne è. uscito indenne… Grazie Pako, ferdinando, miky, raffaele… ed Il mio angelo custode francesco Fico.